Fogne di Varsavia




          Nel XIX secolo Varsavia era praticamente priva di una efficiente rete idrica e fognaria. Il generale russo, Sokrates Starynkiewicz, che era il sindaco di Varsavia dal 1875 al 1892, si assunse il compito di risolvere quel problema. Grazie alla sua ostinazione e l’eccezionale onestà, nel periodo della soppressione più grande da parte degli zar dopo l’Insurrezione di Gennaio, cambiò Varsavia trascurata e provinciale in una città moderna.
          Durante la sua carica fu introdotta l’illuminazione stradale, il telefono ed i tram trainati dai cavalli, furono piantati alberi lungo le strade e furono costruite nuove strade (dal 1889 fatte di calcestruzzo). Le piazze dei mercati furono messe in ordine (nello stesso tempo vennero costruite Mirowska Hala e Hala na Koszykach) e fu creato il nuovo cimitero in Brodno.
          Senza dubbio, il successo più grande del sindaco Starynkiewicz fu la creazione di un moderno sistema dell’erogazione d’acqua e della fognatura. Il progetto venne affidato ad un ingegnere inglese, William Lindley, che aveva progettato e realizzato iniziative simili in oltre trenta città europee, incluse Amburgo, Saint Petersburg e Basilea.
          Il contratto con W. Lindley fu firmato nel 1881 ed i lavori furono cominciati nel 1883 e continuarono per alcuni anni. Già nel 1886 fuoriusciva la prima acqua dalla Stazione di Filtraggio e venne finita la costruzione del primo collettore di fognatura. Fino al 1900 l’intero investimento costò circa 17 mln rubli, mentre il bilancio annuale dello Stato era 2,5 mln rubli.
          La rete comunale della canalizzazione a Varsavia fu progettata, prendendo in considerazione la discesa naturale del terreno che era parallelo al fiume Vistola, dal nord al sud. Le fogne principali per ricevere le acque domestiche, le industriali e le residue vennero costruite nella stessa direzione. Le acque di scarico sfociarono nella Vistola in alcuni posti prescelti.
          Le fogne di Varsavia ebbero la forma di un uovo capovolto. Furono fatte di mattoni basati sulla malta e tubi in silice. La loro divisa in unidici gruppi diversi dipese dalla loro sezione. I tubi più piccoli ebbero 60 x 90 cm ed i più grandi 160 x 210 cm. Dopo 1889 l’altezza dei canali venne aumentata di 20-30 cm. I canali più grandi ebbero 160 x 240 cm. Ogni 80 cm ci fu un tubo d’immissione installato per far entrare acqua residua.

          Quando scoppiò l’Insurrezione del 1944, che doveva durare 3-4 giorni nessuno pensava alla possibilità di fare uso delle fogne per motivi di communicazione e collegamento. Con il prolungarsi del combattimento e l’apparizione di alcuni posti di resistenza isolati l’uno dall’altro vi apparve il problema del collegamento tra di loro. La rete fognaria fu utilizzata per i motivi di collegamento, del trasporto di armi e munizioni e poi anche per l’evacuazione delle numerose forze insurrezioniste dai quartieri cadenti.
          Grazie alla partecipazione del personale fognario furono fatti tentativi per collegare attraverso le fogne Powiśle e Stare Miasto, Stare Miasto e Śródmieście. Per ordine della Squadra di Collegamento della Sede Centrale dell’Esercito Nazionale, la monografia del sistema dell’erogazione d’acqua e della fognatura che conteneva la pianta della rete fognaria di Varsavia ed i dettagli sul loro diametro venne ricavata dagli uffici del Departamento dell’Erogazione d’Acqua e della Fognatura in via Lipowa. Basando su quelle informazioni fu analizzata la possibilità di fare uso delle fogne come i corridoi di communicazione a scopo di collegamento.
          Vennero create speciali pattuglie fognarie, che comprendevano principalmente donne, e più tardi anche ragazzi giovani, sopratutto scout. Fu molto importante che i membri delle pattuglie non fossero ben fatti e fossero di statura bassa. Questi requisiti furono imposti dalle misure delle fogne, l’altezza delle quali fu al massimo solamente 110 cm. Occorre ricordare che le fogne non erano secche. Ci scorreva acqua e liquami, che spesso raggiungeva le ginocchia o persino sopra la vita. Inoltre, considerando la necessità del muoversi nel buio completo, si richiedeva le predisposizioni eccezionali per compiere quel compito.


 
Un insurrezionista adulto presso la fogna più bassa

          Per il servizio dei percorsi fognari furono formati Plotoni del Collegamento Speciale (cioè fognario) agli ordini della Sede Centrale dell’Esercito Nazionale.
          Vennero delimitati numersori percorsi fognari principali:
          Stare Miasto - Zoliborz: lunghezza circa 3060 m, tombino in Zoliborz all’angolo di via Stołeczna (attualmente via J. Popiełuszki) e via Krasinskiego, tombino in Srodmiescie in via Dluga vicino a Piazza Krasinskich
          Zoliborz - Srodmiescie: lunghezza circa 4830 m, tombino in Zoliborz all’angolo di via Stołeczna (attualmente via J. Popiełuszki) e via Krasinskiego, tombino in Srodmiescie via Zgoda
          Stare Miasto - Srodmiescie: lunghezza circa 1600 m, tombino in Stare Miasto in via Długa vicino a Piazza Krasinskich, tombino in Srodmiescie in via Nowy Swiat vicino a via Warecka
          Stare Miasto - Srodmiescie: lunghezza circa 1370 m, tombino in Stare Miasto in via Danilowiczowska (attualmente Nowy Przejazd), tombino in Srodmiescie in via Mazowiecka vicino a via Swietokrzyska




Il percorso fognario che collegava Starowka con Srodmiescie



          Stare Miasto – Piazza Bankowy: lunghezza circa 1430 m, tombino in Stare Miasto in via Dluga vicino a Piazza Krasinskich, tombino in Piazza Bankowy accanto all’edificio in via Senatorska 40
          Srodmiescie Sud – Mokotow: lunghezza circa 2080m, tombino in Srodmiescie in Aleje Ujazdowskie 43 vicino a via Wilcza, tombino in Mokotow in via Wiktorska vicino a via Pulawska
          Srodmiescie Sud – Mokotow attaverso Parco Lazienki: lunghezza circa 3700 m, tombino in Srodmiescie in Aleje Ujazdowskie 43 vicino a via Wilcza, tombino in Mokotow in via Wiktorska vicino a via Puławska
          Czerniakow - Mokotow: lunghezza circa 3790 m, tombino in Czerniakow in via Zagorna, tombino in Mokotow in via Wiktorska vicino a via Pulawska
          Ochota - Srodmiescie: lunghezza circa 1000 m, il canale molto basso e stretto, il tunnel in Ochota dalla Reduta Wawelska fino al tombino in via Wawelska 60, tombino in Srodmiescie in via Prokuratorska in Kolonia Staszica

          Nella prima fase dell’Insurrezione furono utillizzati per motivi di collegamento ed anche per il trasporto di arma, munizioni e prodotti per la medicazione. Per mezzo loro venne distribuita anche la posta nei quartieri durante combattimenti.
          Srodmiescie venne collegata con Starowka con una linea telefonica speciale, usando il cavo impermeabile installato nel canale. Il collegamento telefonico, creato il 15 agosto, funzionava fino al momento dell’indietreggiare delle truppe insurrezioniste da Stare Miasto.

          All’inizio i tedeschi non davano importanza ai canali fognari nell’Insurrezione di Varsavia. Il generale von dem Bach ignorava rapporti riguardanti l’utillizzo delle fogne dagli insurrezionisti. Solo quando i difensori di Starowka furono scomparsi, il comando generale tedesco si rese conto che le forze insorgenti potevano apparirgli dietro le loro truppe. Venne trovata anche la linea telefonica fognaria.
          Da quel momento i tedeschi iniziarono diversi tentativi per impossibilitare i polacchi ad usare i canali. Isolavano alcuni tratti di percorsi fognari, facevano la guardia ai tombini delle fogne e nei pozzetti appendevano microfoni per intercettare conversazioni all’interno dei canali. Dopo aver sentito la gente nelle fogne, lanciavano dentro i pozzetti granate e scatole di gas lacrimogeno o velenoso e mitragliavano da sopra dei tombini. Costruivano gli sbarramenti di travi di acciaio, di legno e anche di sacchi di sabbia per far salire il livello dell’acqua in un canale e ostacolare il passaggio agli insurrezionisti.
          Il generale von dem Bach ammise più tardi che anche lui aveva utillizzato i canali per mandare spie in diverse zone insorgenti. Furono sopratutto i volksdeutsche e gli ucraini, che avendo portato a termine l’incarico di passare le informazioni ottenute, di solito uscivano dalla città insieme alla gente civile.

          Nonostante gli ostacoli introdotti dai tedeschi, il servizio nelle fogne funzionò fino agli ultimi momenti dell’Insurrezione. Ragazzi e ragazze minuscoli (che spesso erano adolescenti) portarono rapporti sulla situazione, medicinali, prodotti per la medicazione e munizioni. Quanto enorme fu lo sforzo lo prova il fatto che un carico di munizioni trasportato sul petto in un sacco speciale pesò 3-5 chili al massimo – non ci si riusciva a portare di più per le condizioni fognarie.
          Ecco un frammento di una relazione di una donna, membro di una pattuglia fognaria da Srodmiescie a Stare Miasto:
          “Discendiamo un pozzetto di cemento, afferrando le mensole di ferro. Il gruppo è di parecchie persone, con una guida. In fondo alla fogna ci danno sbarre di legno lunghe circa 50 cm. Ci chiniamo e con le due mani afferriamo stretta la sbarra da sopra, l’attacchiamo fra i muri del canale. In questa posizione tiriamo su una gamba, muoviamo la sbarra avanti e tiriamo su l’altra gamba. La schiena strofina contro la volta, il soffitto di pietra ci schiaccia verso terra. Dopo un po’ tutto questo ti fa impazzire.
          Buttiamo via le sbarre e continuiamo in ginocchio. Sotto fluisce una sostanza schifosa che puzza tremendamente. Sul fondo del canale si trova sabbia e, in alcuni posti, ghiaia acuminata. Le ginocchia cominciano a far male, come se fossero in fiamme. Ci pentiamo di aver buttato via le sbarre. Ci trasciniamo avanti. Acqua fluente diventa più pura, ma la cosa più importante è il fatto che il canale sia più alto. Finalmente possiamo alzarsi. Alla fine arriviamo ad un pozzetto alto con i ganci di ferro. Ci siamo riusciti a trasportare il carico sui nostri petti senza bagnarlo. Ci arrampichiamo con un grande sforzo verso il tombino vicino a Piazza Krasińskich. Intorno c’è il bagliore rosso d’incendi e salgono nuvole di fumo. Siamo in Starowka.”

          Muovendosi nei canali, i gruppi cercarono di segnare percorsi fognari con frecie e diversi segni per non sbagliare la direzione e per non trovarsi in un canale senza sbocco (questo succedeva a volte).
          Oltre alle funzioni di collegamento e approvvigionamento, la rete fognaria fu utilizzata anche per motivi di sgombero. Durante evacuazione, nei canali si traslocarono gruppi numerosi, spesso con tutta la loro attrezzatura, per i quali fu quasi sempre il primo percorso nelle condizioni così drammaticamente difficili. Questo provocava impedimenti e altri pericoli.
          Un rumore più grande del normale, inevitabile in tali condizioni, causava il rischio che i tedeschi avrebbero scoperto la gente in un canale, e sarebbero passati all’azione di rappresaglia. Inoltre, gli evacuati spesso non erano in grado di sopportare le condizioni estreme e crollavano. Molti di loro si perdevano ed alcuni persino si suicidavano.

          Il primo canale usato per evacuazione fu in Ochota. Il 7 agosto 1944 un gruppo di insurrezionisti, che difendeva “Ridotta Wawelska” (una zona abitata fra via Wawelska, Pluga, Mianowskiego e Uniwersytecka), circondata ed attaccata dalle preponderanti truppe nemiche, decise di indietreggiare dalla ridotta assediata. L’unico modo di evacuare fu attaverso il canale, ma il tombino era controllato dal nemico.
          Perciò decisero di scavare un passaggio dai seminterrati da parte di via Wawelska fino al tombino. I lavori vennero finiti la sera del 10 agosto. L’11 agosto, dopo le prime prove fallite di trovare la via d’uscita, un gruppo di 83 difensori della ridotta passò in un canale eccezionalmente basso, 110 x 60 cm, un tratto fognario di un chilometro, ed uscì dal tombino in via Prokuratorska in Kolonia Staszica. Fu la prima volta che un reparto d’insurrezionisti armati passasse nei canali fognari. Ci vollero 6 ore per passare al buio un tratto di un chilometro del canale basso.




Il percorso d’evacuazione degli insurrezionisti dalla Ridotta Wawelska


          Il 20 e 21 agosto 1944, dopo attacchi falliti sulla Stazione di Danzica, lo scopo dei quali fu il collegamento di Stare Miasto con Zoliborz, venne presa la decisione di evacuare attraverso la rete fognaria da Starowka a Srodmiescie e Zoliborz i feriti, lo stato maggiore del secondo gruppo insorgente, una parte del personale medico, le autorità comunali ed i civili. Il progetto venne realizzato soltanto parzialmente perché il livello alto dei liquami impossibilitò il movimento verso Srodmiescie. Di conseguenza, cominciarono lavori per prosciugare i canali.
          La notte dal 25 al 26 agosto la Sede Centrale dell’Esercito Nazionale con il generale Tadeusz “Bor” Komorowski, le autorità comunali e il presidente del Consiglio di Unità Nazionale Kazimierz Puzak si trasferirono da Starowka a Srodmiescie in 2 gruppi di circa 40 persone.
          Considerato che il cerchio tedesco intorno a Stare Miasto cingeva sempre più ermeticamente, il comando dell’Insurrezione si decise a fare un tentativo di ragiungere Srodmiescie. L’attacco, con la partecipazione delle forze di Srodmiescie, fu destinato a via Krolewska e Hale Mirowskie. Dovette essere sostenuto da un attacco a sorpresa dalle fogne destinato a Piazza Bankowy. A quello scopo furono utilizzati i soldati dei battaglioni “Czata 49” e “Gustaw”, nel complesso 150 persone sotto il comando del capitano Zbigniew “Motyl” Scibor-Rylski da “Czaty 49”.
          Il 30 agosto del 1944 al crepuscolo un gruppo attacante entrò nel tombino in Piazza Krasinskich e si mise in cammino verso Piazza Bankowy. Dopo essere passato per quasi 11,5 km del canale, che era alto 170 cm al massimo e 90 cm al minimo, verso l’una di notte arrivò a Piazza Bankowy. Il primo gruppo di soldati uscì dal canale vicino ad una fontana e si nascose nei cespugli accanto alla statua di San Giovanni Nepomuceno.




Il percorso fognario da Stare Miasto a Piazza Bankowy


          Risultò che vicino si trovavano numerosi tedeschi che dormivano sotto le mura delle case, nelle vicinanze e il terreno aperto impossibilitava i militari ad assumere una posizione adeguata per sparare durante l’uscita dalla fognatura. Uno dei soldati tedeschi notò il gruppo attaccante e lanciò l’allarme. Cominciò una sparatoria. I tedeschi svegliati aprirono il fuoco dalle mitragliatrici e dai lanciagranati.
          Sopraffatti dal fuoco nemico all’aperto, gli insurrezionisti subirono perdite e dopo circa 45 minuti di lotta furono costretti a indietreggiare. Dopo esser ritornati nel canale, alcuni insurrezionisti tornarono a Stare Miasto, i restanti arrivarono fino al tombino in Nowy Swiat in via Warecka. Fallì anche l’assalto condotto sulla superficie ed il tentativo di aprirsi un passaggio.
          In quella situazione, i comandanti di Stare Miasto decisero di esercitare un’azione d’evacuazione entro alcuni giorni, che sarebbe dovuta cominciare il 1 settembre. All’inizio sarebbero dovuti essere sgomberati i feriti lievi ed i militari disarmati. Poi sarebbe dovuta cominciare la ritirata dei reparti con arma, munizioni ed attrezzatura. I comandanti delle sezioni avrebbero dovuto mandare gruppi di 50 persone con una corda ogni 2 ore. La fine dello sgombero di 1500 insurrezionisti fu stabilito per il 2 settembre alle 9 di mattina.




Il percorso fognario da Stare Miasto a Srodmiescie




          La notte dal 31 agosto al 1 settembre i genieri finirono un passaggio più sicuro possibile al tombino principale in Piazza Krasinskich dal seminterrato dell’edificio del Tribunale di Appello ed uno scavo portante al tombino, assicurandolo con i muri di slab di marciapiede. Allo stesso tempo i tedeschi continuarono ad attaccare Stare Miasto con il fuoco d’artiglieria e bombardamento intenso. L’evacuazione dei soldati feriti e disarmati, con gravi perdite, durò per tutto il giorno il 1 settembre. La sera dello stesso giorno la lotta fu spostata nelle vicinanze di Piazza Krasinskich.
          Fu dato ordine che i reparti insurrezionistisi evacuassero nell’ordine seguente:
          - concentramento “Rog”,
          - ospedali,
          - concentramento “Sosna”,
          - lo stato maggiore del gruppo ed i reparti di comandanti,
          - concentramento “Radoslaw”,
          - retroguardia.
          Gli insurrezionisti furono divisi in gruppi di 50 persone – ogni gruppo con la sua guida. Si mossero in gruppo uno dietro l’altro verso Nowy Swiat. Le condizioni del passaggio furono orribili. I militari mossero avanti un passo dietro l’altro, camminando nelle feci che raggiungevano le caviglie, le ginocchia ed a volte, quando il canale si abbassava, quasi la faccia.



Marcia in un canale (disegno: Wieslaw Chrzanowski)

          Sotto i piedi si sentirono armi abbandonate e qualche volta anche le salme di coloro che non avevano resistito alle tribulazioni della camminata. I feriti gravi vennero portati nel canale su delle coperte. Dopo circa 4 ore di cammino uscirono dal tombino in Nowy Swiat in via Warecka , dove li aspettava un mondo diverso. Splendeva il sole, per strada passeggiavano donne ben-vestite, le finestre delle case avevano i vetri.


       

Uscita da Starowka in via Warecka




Riposo dopo l’uscita dal canale

          Durante l’evacuazione le paramediche e le agenti di collegamento vennero incaricate di compiti considerevoli. Trasferirono i feriti nei canali, portarono gli insurrezionisti a Srodmiescie e tornarono per portare gli altri in modo che gli permese di fare uscire dai canali più gente possibile e il più presto possibile. I servizi notevoli resero le guide fognarie, fra i quali si distinse un gruppo di ebrei, liberati dal battaglione “Zoska” dal campo di concentramento in Gesiowka. Più tardi, gli ebrei continuarono il combattimento insieme al concentramento “Radoslaw” in Czerniakow, dove alcuni di loro morirono in lotta.
          La mattina del 2 settembre nel canale scesero le truppe di guardia, prigionieri e feriti. Ma quando i civili cercavano di entrarci, cominciò un attacco aereo che fece crollare un edificio del Tribunale d’Appello. Le sue macerie bloccarono il tombino, travolgendo la gente vicino.
          Finalmente, circa 3 000 persone ferite leggermente e membri di reparti amministrativi, e un gruppo militante di circa 1 500 soldati riuscirono ad arrivare da Stare Miasto a Srodmiescie. Circa 800 insurrezionisti raggiunsero Zoliborz (insieme a reparti dell’Esercito Popolare, cioè una organizzazione clandestina comunista che durante la Seconda Guerra Mondiale venne denominata AL in polacco).




Il percorso fognario tra Zoliborz e Stare Miasto




          In Stare Miasto rimasero circa 200 insurrezionisti, la maggior parte dei quali fu nascosta fra la popolazione civile. 2 500 feriti gravi restarono con alcune infermiere volontarie in ospedali di guerra e con una popolazione di oltre 40 000 civili (di cui 5 000 feriti gravemente).
          Dopo esser entrato in Stare Miasto, le truppe tedesche cominciarono le esecuzioni di massa e stupri. Venne uccisa la maggior parte degli insurrezionisti feriti gravemente. I tedeschi permisero di portare via solo pochi di loro. Alcuni sopravvissero grazie all’aiuto dei soldati feriti tedeschi – ex-prigionieri catturati dagli insurrezionisti poco tempo prima – che rimasero negli stessi ospedali. Quelli che erano sospettati di appartenenza all’Esercito Nazionale e anche gli infermi vennero fucilati immediatamente. Tutti gli altri furono trasportati nel campo di concentramento a Pruszkow.

          Appena fallì Stare Miasto, furono fatti numerosi tentativi per mettere in contatto Srodmiescie e Zoliborz. Le pattuglie fognarie uscirono da tutti e due quartieri, cercando di trovare un altro percorso adatto, uno dei quali sarebbe dovuto trovarsi sotto le rovine del ghetto. Però il percorso risultò intransitabile a causa dello sbarramento di corpi. Furono trovate anche delle barriere costruite dai tedeschi. Ma gli insurrezionisti entrarono per farle saltare o smontarle.
          Dopo il 10 settembre il collegamento fognario fra Zoliborz e Srodmiescie fu stabilito con successo. Il percorso collegò i tombini in via Stoleczna (oggi via Popieluszki) in Zoliborz ed in via Zgoda in Srodmiescie e fu 4 840 m lungo.




Il percorso fognario tra Srodmiescie e Zoliborz




          Il contatto attraverso i canali fu mantenuto dagli agenti di collegamento (la maggior parte di loro costituivano donne) del Gruppo di Collegamento Speciale della Sede Centrale e della Sede del Distretto di Varsavia dell’Esercito Nazionale. Oltre alle pattuglie fognarie, nel canale potevano entrare solo le persone con permesso d’ingresso speciale. Gli insurrezionisti stavano di sentinella nelle fogne. Fu vietata la distribuzione della corrispondenza privata e delle informazioni sul funzionamento del servizio nei canali.
          Il collegamento fognario fra Zoliborz e Srodmieście durò al 29 settembre 1944, cioè fino alla resa di Zoliborz. Fu fatto anche un tentativo di collegare quei due quartieri con il telefono con l’uso del cavo messo nel canale. I lavori, intrapresi nelle condizioni estremamente difficili, vennero terminati il 28 settembre, cioè un giorno prima della resa di Zoliborz. L’enorme sforzo degli agenti di collegamento non ebbe pratticamente nessun risultato.

          Durante tutta l’Insurrezione di Varsavia, fino alla resa il 27 settembre 1944, Mokotow fu completamente isolata da Srodmiescie. Dai primi giorni d’agosto entrambe le parti cercavano di mettersi in contatto. Dopo alcuni tentativi inutili due donne, agenti di collegamento dello stato maggiore del generale “Monter”, uscirono dal tombino in Aleje Ujazdowskie vicino a Piazza Trzech Krzyzy ed andarono lungo il collettore sotto il quartiere tedesco verso Piazza Unii Lubelskiej. Le agenti avevano studiato lo schema della rete fognaria della zona. Dopo qualche ora arrivarono al tombino in Mokotow e ne uscirono. Si accorsero che si trovarono nella vicinanza di via Szustra. Siccome non conoscevano la parola d’ordine usata in Mokotow, fornirono prova della loro identità, usando gli pseudonimi dei comandanti. Vennero portate dal comandante del reggimento “Baszta” e davanti a lui riferirono che erano venute attraverso i canali da Srodmiescie per inoltrare gli ordini dal generale “Monter”.




Il tratto fognario da Mokotow a Srodmiescie




          Dunque il collegamento fra i due quartieri combattenti diventò un fatto. Furono date le direttive generali riguardo al mettersi in contatto e anche al mantere il collegamento via cavo. Il percorso fu estremamente difficile perchè sul tratto lungo 60 metri il canale era alto solamente 70 cm, il che significava che uno doveva strisciare. Vennero fatti numerosi tentativi per scoprire un percorso migliore – con un successo.
          Il nuovo percorso andava lungo la fogna fluviale da via Pulawska vicino a via Dworkowa e finiva con il tombino all’incrocio tra Aleje Ujazdowskie e via Wilcza. Su tratti particolarmente difficili furono attaccate ai muri delle fogne delle corde per prevenire di scivolare. Quel percorso di collegamento fu l’unico non scoperto dai tedeschi durante tutta l’Insurrezione di Varsavia.




Il percorso fognario da Mokotow a Srodmiescie attraverso Parco Lazienki




          Il collegamento fognario lungo il percorso sud fu strettamente cospiratorio. Solamente le persone con un permesso d’ingresso speciale potevano entrare nelle fogne. A guardia dei tombini fu la gendarmeria. I canali vennero usati non solo dagli agenti di collegamento, ma anche dagli ufficiali in missione speciale. In pieno settembre il permesso di uttilizzare il percorso fognario fu dato a “Zawiszaki” della Posta da Campo degli Scout, che ebbero un ruolo importantissimo nella distribuzione delle lettere indirizzate agli abitanti di tutte le due zone.



Il primo gruppo degli agenti di collegamento da Srodmiescie a Mokotow

          Nella seconda metà del settembre 1944 le forze insorgenti combattettero accanitamente, difendendosi dall’attacco delle predominanti truppe tedesche in Czerniakow. Nemmeno un assalto a sorpresa dall’altra riva della Vistola, effettuato da due battaglioni dall’8 Reggimento dell’Esercito del generale Berling, potette cambiare la situazione. I resti del concentramento “Radoslaw” e del concentramento “Kryska” vennero costretti a ritirarsi nella zona vicino a via Wilanowska e Zagorna.
          La mattina del 15 settembre il sottotenente “Radoslaw” utilizzò le fogne per mandare in Mokotow un rapporto sulla situazione. Il pomeriggio del 15 settembre il sottotenente “Slawbor” Jan Szczurek-Cergowski, il comandante della zona Srodmiescie Sud, mandò un’agente per contattare “Radoslaw”. L’agente arrivò in Czerniakow dopo tré ore e ritornò da “Slawbor” con il messaggio da “Radoslaw” lo stesso giorno.
          Nelle prime ore del 16 settembre “Slawbor” mandò alle forze combattenti in Czerniakow tutte le sue riserve delle munizioni, cioè 500 proiettili per KB (un tipo di carabina), 500 proiettili per mitragliatrici e 2 mitragliatrici di produzione sovietica con 2000 proiettili. Sfortunatamente, il trasporto non arrivò agli insurrezionisti e fu riportato in Srodmiescie.
          Nel tardo pomeriggo del 19 settembre il sottotenente “Radoslaw” prese la decisione di evacuare in Mokotow i restanti del suo gruppo (cioè i feriti ed i disarmati) attraverso i canali. Circa 160 insurrezionisti armati, sotto il comando del capitano “Jerzy” Ryszard Bialous, continuarono la difesa di Czerniakow insieme ai resti della gente di Berling, sotto il comando del maggiore Latyszonek. Il concentramento “Radoslaw” ritirò a mezzanotte dal 19 al 20 settembre 1944. Il tombino in via Dworkowa in Mokotow raggiunsero circa 200 persone, inclusi 50% feriti. Oltre agli militari di “Radoslaw”, ci furono anche alcuni soldati dal concentramento “Kryska”.




Il percorso fognario da Czerniakow a Mokotow




          Il 23 settembre cadde definitivamente Czerniakow. Alcuni degli insorti, che non erano caduti nella lotta, vennero uccisi dalle SS, fra cui il cappellano del concentramento “Kryska” Jozef Stanek “Rudy”, impiccato sul muro di un edificio. Pochi riuscirono a raggiungere l’altra riva della Vistola ed alcuni sotto il comando del capitano “Jerzy” si aprirono un varco lungo via Ksiazeca fino a Srodmiescie. Un piccolo gruppo degli insurrezionisti e della gente di Berling venne trattato come prigionieri di guerra. Gli altri combattenti si mescolarono alla folla dei civili e con loro furono portati a Pruszkow.

          Il 24 settembre 1944 cominciò l’assalto a Mokotow. Dopo due giorni di lotta dura, quando, nonostante gravi perdite, le forze insorte furono costrette a difendersi in un terreno più limitato, il comandante in capo del quartiere decise di ritornare in Srodmiescie, usando la rete fognaria. I primi a partire sarebbero dovuti essere i soldati più probabilmente nel mirino delle repressioni tedesche: lo stato maggiore, funzionari della seconda divisione (controspionaggio), i militari di PAL (l’Esercito Popolare Polacco), il concentramento del Kedyw del sottotenente “Radoslaw”, divisioni di propaganda, tribunale ed accusatori pubblici e anche un reparto della gendarmeria per giustiziare i Volksdeutsch ed i membri della SS, SA. Sarebbero dovuti partire anche i feriti lievi, capaci di spostarsi da soli. I reparti rimanenti avrebbero dovuto fare la guardia sotto il comando del maggiore “Zryw” Kazimierz Sternal.
          L’evacuazione iniziò la mattina del 26 settembre. La colonna di evacuazione sarebbe dovuta entrare nelle fogne in via Wiktorska e uscirne in via Wilcza. La maggior parte della gente che partiva da Mokotow entrava nel canale per la prima volta. Appena il primo gruppo si trovava nelle fogne, arrivò un aereo tedesco e bombardò via Pulawska vicino al tombino. Alcuni furono sepolti sotto le macerie. Tutti si fecero prendere dal panico. La colonna si girò indietro e corse verso il tombino, che era stato distrutto dalla bomba, per cui dovette continuare la marcia. Finalmente, dopo 11 ore gli insurrezionisti uscirono fuori delle fogne in Aleje Jerozolimskie senza perdite di vite umane.
          Siccome il tombino in via Wiktorska ed un tratto del canale erano stati distrutti, venne reso disponibile un’altro tombino in via Szustra 6. Da quel punto portava al collettore un canale bassissimo, come quello sotto via Wiktorska.
          Alle 16 fu dichiarato il cessate il fuoco di due ore. La popolazione civile cominciò a partire da Mokotow. Il sottotenente “Karol” Jozef W. Rokicki, che era il comandante di Mokotow, informò il generale “Monter” via radio che intendeva di evacuare i reparti a Srodmiescie di sera. “Monter” rispose che non l’approvava e che pretendeva la difesa. Nel pomeriggio i tedeschi attaccarono di nuovo. Alle 20 il sottotenente “Karol” prese la decisione di sgomberare Mokotow.
          Una grande folla si raggruppò intorno al tombino in via Szustra ed i soldati di “Radoslaw” e il maggiore “Zryw” tentarono di mantenere l’ordine. Nel frattempo, dopo alcune ore di marcia, il primo gruppo degli evacuati arrivò in Srodmiescie, uscendo in via Wilcza. La confusione aumentò di minuto in minuto. Anche i civili scesero nelle fogne con un permesso d’ingresso speciale contraffatto. Inoltre, alcuni entrarono nel canale, utilizzando i tombini fuori controllo, ad esempio in via Szustra, via Baluckiego e via Belgijska.
          La propria evacuazione cominciò alle 21. Nel canale entrarono a loro volta, non sempre secondo il piano, il gruppo di “Radoslaw”, un gruppo di feriti, le autorità civili, il servizio sanitario, i profughi, i feriti dalla divisione B-3 di “Baszta”, i rimanenti del battaglione di “Garda”. Alle 23.15 nelle fogne scese il sottotenente “Karol” con i suoi attendenti. A mezzanotte si sarebbe dovuta ritirare la guardia.
          Dapprima un gruppo principale si mosse avanti lentamente. Poi si fermò. Siccome pratticamente solo una persona alla volta poteva andare avanti nel canale, fu difficile trovare la causa del blocco. Un guida uscì in ricognizione e scoprì che per un tratto lungo circa 500 metri i soldati si erano seduti nell’acqua puzzante e non avevano voglia di continuare la marcia. Erano stanchi e mezzo addormentati.
          Il sottotenente “Karol” accompagnato da un sergente si aprirono un varco avanti con difficoltà. Scoprirono che davanti ai militari del I Reggimento di Cavalleria Leggera si trovava un tratto di circa 100 metri, pieno delle acque di scarico che arrivavano quasi fino alle spalle. Più avanti ci fu il primo ostacolo – le rotaie di metallo avvolte nel filo spinato, che impossibilitò la marcia avanti. Mandate dal sottotenente “Karol”, le agenti di collegamento raddrizzarono il filo spinato, ma poteva passare solo una persona per volta e con tanta difficoltà. Parecchi metri più avanti i tedeschi avevano messo un altro ostacolo dello stesso tipo.
          L’aria nelle fogne diventò sempre più pesante. Ammoniaca mescolata con il carburo e buttata dentro dai tedeschi produsse il gas, che fece bruciare gli occhi. Gli insurrezionisti furono sempre più esausti e si fecero prendere dal panico per ogni ragione. La gente nella folla mulinante nel canale subì uno shock nervoso. Nel buio impenetrabile molti ebbero allucinazioni e cominciarono a sparare agli altri insurrezionisti e lanciare granate, prendendo gli amici per i tedeschi. I soldati camminarono nella melma, scivolando e cadendo a faccia in giù nelle acque di scarico, imciamparono sui corpi o oggetti abbandonati. Non ci fu nessuna possibilità di pace. La folla confusa si mosse in disordine nel canale oscuro, camminando ciecamente.


Nel canale (disegno da Przemek Szelagowski)


          Finalmente il gruppo di “Karol” arrivò alla biforcazione del canale, dove un’arteria portava fino alla Vistola e l’altra su verso via Gornoslaska. Avendo una buona guida che conobbe bene le fogne fu capace di compiere il percorso nonostante gli ostacoli e pericoli. Qui incontrarono un gruppo mandato dal generale “Monter” con l’ordine di tornare a Mokotow.
          I messaggi ripetuti e travisati lasciarono confusa la maggior parte della gente nelle fogne. Alcuni si ritirarono in fretta, calpestando quelli che aspettavano. Un gruppo di Cavalleria Leggera fu spinta verso la Vistola e si trovò vicino al tombino in via Wilanowska. Appena erano usciti fuori dalle fogne, videro i militari tedeschi, che facevano la colazione con calma. La sparatoria costrinse gli insurrezionisti a ritirarsi nel canale in fretta. Fortunatamente, qualche tempo dopo riuscirono ad arrivare a Aleje Ujazdowskie. Ci arrivò anche il corriere da “Monter” con il sottotenente “Karol” e li convinse che la missione fu irrealizzabile.
          Però non fu più possibile ritirare quello che era stato detto. La folla si accalcò al tombino in Aleje Ujazdowskie, muovendosi avanti e indietro confusamente. Alcuni gridarono agli altri di tornare in Mokotow e nell’ecitazione calpestarono quelli che erano caduti nell’acqua. Gli altri insistettero che tutti continuassero a camminare avanti, ma non conoscevano la strada perchè avevano perso le loro guide.
          La gente che uscì dal tombino in via Wilcza all’angolo di Aleje Ujazdowskie fu esausta fisicamente e mentalmente. Molti non potettero vedere. L’ultimo gruppo arrivò al tombino dopo 23 ore del perdersi nel canale.


Un soldato da Mokotow ricevuto nel tombino in Aleje Ujazdowskie


          Il generale “Monter” richiese categoricamente che il tentativo di giungere Mokotow venisse ripetuto. Anche se il sottotenente “Karol” non credette nel succeso dell’impresa, ordinò agli insurrezionisti di formare una colonna di marcia, che entrò nel canale guidata da due donne, agenti di collegamento. Dietro camminarono il sottotenente “Karol” ed il maggiore “Tomir” da Srodmiescie con i loro uomini, che avrebbero dovuto rinforzare la difesa di Mokotow.
          Quando avevano percorso una parte del tratto, incontrarono nelle fogne un reparto sotto il comando del sottotenente “Gora” Pawel Zagorowski, il capo dello stato maggiore di “Karol”. Furono tutti totalmente esausti. “Gora” disse che era l’ultimo reparto in ritirata da Mokotow e che era impossibile aprirsi un varco a quel quartiere.
          Dopo una breve consultazione la colonna continuò la marcia, eseguendo l’ordine di “Monter”. Nella fogna fluviale non ci fu nessuno. L’aria diventò sempre più pesante ed i corpi furono sempre più numerosi. Da lontano si sentirono rumori e urla spaventose di origine inspiegabile che si espandevano in tutte le fogne. Erano le voci dei malati di mente, che si erano persi nel labirinto dei canali.
          Più tardi il reparto incappò in un tratto del canale con i tombini aperti. Sul fondo delle fogne gli aspettarono sbarramenti. Appena i soldati si erano avvicinati, caddero le granate da sopra. Fu impossibile continuare la marcia. Ciò nonostante, due agenti di collegamento con un’ordine da “Monter” per “Zryw” decisero di camminare avanti. Oltrepassarono gli sbarramenti con cautela e nel buio continuarono il cammino. Passarono a forza attraverso i rotoli del filo spinato quando all’improviso un’agente venne afferata dalle mani di un uomo. Fu un insurrezionista impigliato nel filo spinato e completamente assordato da un’esplosione di una granata. Le agenti gridarono nel suo orecchio, dicendogli di stare zitto e poi lo aiutarono a liberarsi dal tranello. Insieme decisero di tornare in Srodmiescie in tre perché fu impossibile giungere Mokotow. Inoltre, non ebbe più senso provarci in quella situazione.
          Non tutti gli insurrezionisti che erano scesi nelle fogne riuscirono a giungere Srodmiescie. Il panico causato dalle informazioni contraddittorie spinse alcuni soldati a ritirarsi. Un ruolo importante ebbe lo sfortunato ordine di “Monter”. Camminando lungo il collettore persero l’orientamento e anche il senso del tempo. Cercarono una via d’uscita dal canale per oltre 20 ore, perdendosi nel buio parecchie volte. Molti di loro si suicidarono individualmente o in gruppi.
          Il 27 settembre un gruppo di insurrezionisti giunse a un tombino aperto in via Dworkowa ma subito dopo esserne usciti, vennero circondati dagli SS.


Uscita dal tombino in via Dworkowa direttamente nelle mani dei tedeschi


          I soldati tedeschi perquisirono e tolsero i documenti a circa 120 insurrezionisti indifesi e civili, inclusi 50 militari delle truppe guardiane del reggimento B-1 “Baszta” e poi cominciarono a fucilarli. Un ufficiale tedesco, che si trovò nelle vicinanze, trattenne l’esecuzione. Ocorre ricordare che il cessate il fuoco fosse stato reso operativo da qualche tempo e gli insurrezionisti sarebbero dovuti essere trattati come prigionieri di guerra.
          Dal 26 al 27 settembre 1944 circa 950 persone partirono da Mokotow attraverso le fogne, ma a causa delle prevalenti circostanze molti di loro ci restarono per sempre. Fu impossibile identificare tutti i corpi trovati nei canali dopo l’Insurrezione. Così, si è aumentato il numero delle persone “scomparse senza lasciare traccia durante l’Insurrezione di Varsavia ”.

          Gli eventi, che ebbero luogo nei canali, sono un frammento di storia dell’Insurrezione di Varsavia molto importante. Il grado d’utilizzo dei canali nella lotta e gli eventi drammatici, che afflissero la gente scesa nelle fogne, non sono paragonabili a nessun altro avvenimento nella storia della Seconda Guerra Mondiale.
          Ogni posto collegato con gli eventi che ebbero luogo nelle fogne di Varsavia durante l’Insurrezione è stato documentato nella Carta di Memoria della home page dell’Associazione (SPPW).
          Si può trovare molti dettagli interessanti sull’argomento di quell’articolo nel libro da Tymoteusz Duchowski e Juliusz Powalkiewicz “Le fogne – i percorsi di collegamento speciale (fognario) dell’Insurrezione di Varsavia”, pubblicato nel 2003 nella collana “Le Termopili di Varsavia 1944”.
          Epica rappresentazione di quello che è successo nelle fogne presentò Andrzej Wajda nel film “Canale” del 1956, basato sul racconto di Jerzy Stefan Stawinski, che durante l’Insurrezione fu il comandante della compagna di collegamento K-4 del reggimento “Baszta” in Mokotow.



preparato da Maciej Janaszek-Seydlitz
tradotto da Anna Watrak



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